L’innovazione in azienda: Open Innovation e Closed Innovation

Le aziende devono continuamente evolvere e adattarsi alle mutevoli condizioni di mercato, alle nuove tecnologie e alle aspettative dei clienti. Quando si parla di innovazione, emergono due approcci distinti: l’Open Innovation e la Closed Innovation. Entrambi offrono vantaggi unici e comportano sfide specifiche.

 

L’open innovation è un modello di innovazione che incoraggia le aziende a utilizzare sia idee interne sia idee esterne per sviluppare nuovi prodotti e servizi. Questo approccio si basa sul principio che, in un mondo caratterizzato da conoscenze distribuite, le imprese possono trarre maggiori benefici collaborando con partner esterni piuttosto che affidandosi esclusivamente alle risorse interne.

I fattori distintivi che abilitano l’open innovation possono essere i seguenti:

  1. Collaborazioni e partnership: le aziende formano alleanze strategiche con altre imprese, università, enti di ricerca e start-up per accedere a nuove tecnologie e competenze
  2. Crowdsourcing: utilizzare la saggezza collettiva del pubblico per risolvere problemi aziendali o sviluppare nuove idee, anche sfruttando piattaforme dedicate
  3. Acquisizioni e investimenti in start-up: acquisire o investire in start-up innovative per accedere rapidamente a nuove tecnologie e mercati
  4. Open source e co-creazione: condividere risorse e collaborare con comunità di sviluppatori o altre aziende per co-creare di prodotti e servizi
  5. Programmi di innovazione aperta: iniziative strutturate che invitano i partecipanti esterni a contribuire con idee e soluzioni, spesso tramite hackathon, competizioni o call for ideas.

 

La closed innovation è un approccio storicamente più tradizionale, ma non per questo sorpassato, in cui l’innovazione avviene esclusivamente all’interno dell’azienda. Tutte le idee e i progetti sono sviluppati internamente e le informazioni sono strettamente controllate e protette. Questo modello si basa sulla convinzione che l’azienda possieda tutte le risorse necessarie per innovare efficacemente o che si debba organizzarsi in tal senso per arrivare sul mercato in modo autonomo per acquisire o mantenere un vantaggio competitivo. Per fare ciò deve quindi avere un controllo totale sulle attività di innovazione.

I fattori distintivi che abilitano la closed innovation possono essere i seguenti:

  1. Ricerca e sviluppo interni: le aziende investono significativamente nei propri dipartimenti di R&D per sviluppare nuove tecnologie e prodotti
  2. Protezione della proprietà intellettuale: brevetti, marchi e segreti industriali sono rigorosamente controllati per proteggere le innovazioni da imitazioni
  3. Sviluppo di talenti interni: le imprese formano e sviluppano le proprie persone per mantenere e incrementare le competenze necessarie per l’innovazione
  4. Laboratori di innovazione: creazione di unità organizzative ed operative dedicate all’innovazione, spesso isolate dal resto dell’organizzazione, per focalizzarsi su progetti sperimentali
  5. Processi di innovazione interna: processi aziendali ben definiti per gestire l’ideazione, lo sviluppo e la commercializzazione di nuove idee.

 

Sia l’open innovation che la closed innovation offrono approcci validi, ciascuno con i propri punti di forza e debolezze, in particolare relativamente a:

  • Flessibilità ed accesso alle risorse
  • Riservatezza e proprietà industriale
  • Velocità del time-to-market ed efficienza
  • Gestione dei rischi e delle opportunità

La scelta tra questi modelli dipende dalle esigenze specifiche dell’azienda, dalla sua cultura organizzativa, dalle risorse disponibili e dagli obiettivi strategici. In molti casi, un approccio ibrido che combina elementi di entrambi i modelli può rappresentare la soluzione più efficace, permettendo alle aziende di sfruttare i benefici di entrambe le filosofie.

Siete interessati a scoprire come attivare il percorso di innovazione più adatto alla vostra azienda per proporre nuovi prodotti e nuovi servizi per i vostri clienti?

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